lunedì 24 settembre 2012

SARA' L'ETA'

Angela è rinchiusa nel ripostiglio.
Cioè, non è veramente in un ripostiglio, ma è come se lo fosse. E' ermetica e lontana. Si lascia appassire sul letto; non apre l'ombrello , cammina sotto la pioggia. La pioggia non le dispiace.
Però quando entra in casa e sua madre la vede zuppa e grondante si infuria, perché le verrà certo mal di gola e poi perché ha lasciato dietro di sé pedate nere sul parquet appena lucidato.
-Sarà l’età-, dice il padre. Angela ha sedici anni ed è nel fondo di un pozzo. La madre non la può sopportare in questo stato catatonico; la afferra per i polsi e la scuote e urla – PARLA CHE C’E’ CHE HAI PARLA!-. Angela si lascia scuotere e fissa la madre negli occhi: vede un misto di frustrazione e disperazione, paura e amore. Uno sguardo che la supplica di tornare ad essere felice.
Angela è cambiata dalla sera di quella festa di compleanno: un intero locale con barman e dj a disposizione. C’era la musica e c’era tanta gente che ballava rideva e beveva. Anche Angela ballava rideva e beveva. E poi c’era lui. Lui che le ha detto “andiamo fuori, così parliamo meglio”. Hanno passeggiato lì intorno mentre lui si fumava una sigaretta e Angela si perdeva sempre di più nelle sue fossette. Poi un momento di silenzio e l’incontro di sguardi e di labbra.
E poi le mani del ragazzo sono scese dalla nuca di lei ai suoi seni ai suoi fianchi al suo sedere. Fino a che non si sono insinuate sotto il vestito, nei suoi slip. Lei però non voleva, ma lui l'ha spinta contro il muro, le braccia costrette dietro la schiena, impotenti. Angela non voleva, non voleva assolutamente e ogni volta che lui entrava e usciva da lei era una pugnalata nella carne viva e dal dolore ha cominciato a piangere, i muscoli della vagina contratti nel doloroso inutile tentativo di opporre resistenza. Il suo inguine bruciava e anche la gola le bruciava, e lui affondava le unghie nei suoi glutei o le strizzava avidamente i seni. Angela sentiva il rantolo di lui e piangeva per lo schifo, basta in nome del cielo basta!, e lui le premeva la mano sulla bocca e sudava e gemeva.
E lei
         non ha
                    potuto
                                far nulla.
Dopo.
Dopo, con tutta la dignità che la situazione consentiva, Angela si è tirata su le mutande, si è tolta le décolleté ed è corsa in bagno. Il sangue le colava giù per le cosce e la faccia era impiastrata di muco, lacrime e mascara. Si ripulì alla bell'e meglio e chiamò a casa per farsi venire a prendere. Suo padre pensava che fosse ubriaca; un mese di punizione.
Appena a casa, Angela si chiuse in bagno e riempì la vasca. Si guardò a lungo allo specchio senza riconoscersi; cercò su di sé le tracce di quello che era appena successo. Aveva due succhiotti sul collo, del sangue secco tra le gambe, graffi sul sedere. Vomitò; non si era mai sentita tanto sudicia, puzzava di alcol, di succhi gastrici, di pesce. Rimase distesa nell'acqua per un'ora, fino a che le dita delle mani e dei piedi diventarono incartapecorite. Ha continuato a vomitare e lavarsi a fondo anche nei giorni seguenti; non aveva più voglia di mangiare né di avere un corpo. A ben vedere, era stato lui a tradirla.
E quindi langue nel suo bozzolo, cercando una purezza eterea che per ora le sembra inarrivabile.
-Non vuole il pollo né il tonno, non vuole uscire, sta a ore nel bagno...- , esplode la madre.
-Sarà l'età-, commenta il padre studiando gli importi delle bollette di questo mese.
Angela anche oggi ha preso il bus 15C per tornare da scuola, è scesa davanti alle Poste e sta rincasando a piedi. Si sente particolarmente leggera e debole e ha i sensi lievemente offuscati. Realizza di fare fatica a respirare, una vampata di calore la infiamma, la pelle brucia di nuovo, e lei di nuovo sente il peso del corpo di lui che la costringe al muro. Angela suda e sente le mani del ragazzo dappertutto; le tremano le gambe e i polsi, sente il sangue pompare veloce e le impronte di lui sono marchi a fuoco ancora roventi, e lei è solo un buco in cui lui si diverte ad infilarsi....
- Oddio, mi gira la tes...-.
Sipario.

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