Matteo sembra appartenere ad un altro
pianeta. Vive in una dimensione fatta di leggi proprie, in cui lo
scandire del tempo e il passare delle ore sono relative e
completamente ribaltate. E' una di quelle rare persone che usa ogni
secondo per fare qualcosa;
lui non guarda la televisione, gli mette ansia. “C'è così tanto
da fare, e così poco tempo, figurati se mi metto sul divano a
guardare la TV con tutto quello che c'è da fare....”.
“Fare”
vuol dire per lui seguire la Musa ispiratrice; si cimenta in
qualsiasi cosa, ma ha l'intelligenza di non autodefinirsi artista.
Lavora soprattutto
di notte, credo per via dei cinque sei caffè che beve regolarmente
ogni giorno dai tempi del liceo. Lui sostiene invece che lo fa per
beneficiare degli stimoli stellari e delle vibrazioni lunari. Ha una
sua teoria in proposito, ma ha le sue teorie praticamente su tutto.
Ad esempio, ha stilato un decalogo del perché gli uomini sono
peggiori delle donne, ossia: gli uomini sputano per terra, pisciano
dove capita, non si fanno scrupoli a fissare sederi minorenni, ecc
ecc. Per questa lista è stato tacciato di omosessualità dal resto
del branco, e per un paio di sere è stato “oscaruaild de' mi
cojoni”. Lui però non se l'è presa. Ha difeso la sua
eterosessualità rimorchiando una rossa al Sesto Senso e limonandoci
duro nel parcheggio.
Poi parla spesso
per sigle e acronimi; ad esempio, in questo periodo sta progettando
di mettere su un orticello in terrazzo, perché “avere un orto,
anche piccolo, ma sai, con il basilico e il peperoncino e magari due
melanzane....avere un orto è una CVI. Una Cosa Veramente
Importante”.
Oppure Tina qualche
giorno fa raccontava che stava aspettando una telefonata importante e
si portava appresso il cellulare dappertutto, ci dormiva accanto e
cose così. Al che Matteo scrolla le spalle e tutto il suo commento è
“QMTLA”. “Checcazzodici?”. “Quando Meno Te Lo Aspetti.”
“Mavvaffa, intellettuale da aperitivo.....”.
Il
vero problema di Matteo è che soffre di emorroidi, una grana non
indifferente (tra l'altro non credo che la quantità di caffeina che
assume quotidianamente lo aiuti). Una sera eravamo al pub e
all'improvviso è scomparso; l'ho ritrovato di fronte al bagno che si
contorceva contro il muro a gambe strette. Sudava ed era visibilmente
a disagio. Evitava di guardarmi in faccia, cosa stranissima per lui,
dato che fissa la gente dritta negli occhi per il gusto di sfidarla a
reggere il suo sguardo. Mi sono avvicinato alla porta del bagno, ho
bussato urlando di sbrigarsi; pochi secondi dopo sono uscite due tipe
dal tacco aggressivo e smartphone rovente. Ho fatto cenno a Matteo di
entrare. Lui dopo mi ha raccontato del suo disturbo, ma era già
riuscito a recuperare quel minimo di folle baldanza che faceva
sembrare la cosa quasi epica.
La
verità è che io starei a sentirlo per ore, lo seguirei in silenzio
per i sentieri della sua mente infinita per vedere fin dove si
spingono l'intelletto e l'immaginazione umana. A volte, quando ci
vediamo, non c'è nemmeno bisogno che io parli – non mi piace
parlare, non mi ritengo così interessante: Matteo è il sole, che
brilla di luce propria. Io vivo della sua luce riflessa.