giovedì 28 marzo 2013

LA COSTRUZIONE DEI RICORDI

- Ma non vai con gli altri?-.
“Gli altri” sono andati a farsi il bagno; io me ne sto seduto sulla stuoia con l'agenda appoggiata sulle ginocchia. Alla domanda di Lucia, scuoto la testa.
- Nemmeno io, l'acqua è fredda- continua lei sedendosi accanto a me. Io tengo ancora la penna puntata sulla pagina, leggermente seccato per l'interruzione.
- Perché scrivi sempre? Stai scrivendo un libro?-. Sembra che voglia fare conversazione sul serio.
- No-, chiudo l'agenda e la metto da una parte.
- Allora perché?-.
- Per me....-. Ma i suoi occhi grigi, piccoli come piccola è lei, non sono soddisfatti della risposta.
Cerco di articolare: - Costruisco ricordi. Annoto pensieri e fatti, scrivo di persone che incontro e di cose che vedo....per ricordarmene-.
- E' importante ricordare?-.
- Sì, mi piace andare a rileggere quello che ho scritto mesi prima. Riscopro cose che altrimenti di sicuro dimenticherei-.
E' la verità: non ho nessun obiettivo letterario, cerco solo di immortalare la mia realtà. E' così bella e sconvolgente nella sua molteplicità che a volte nemmeno la comprendo. Cristallizzarla su carta, in un certo senso, la rende più intellegibile. 
Ho tentato per molto tempo di decifrare il collage del mondo, guardandolo da più angolazioni – destra, sinistra, lontano vicino. Mica facile. Dopo anni di letargo intellettuale, ho capito che la felicità è una questione di dosi. A che volume ascolti la musica? Quanto zucchero nel caffè? Tende tirate, tapparelle abbassate; quanta luce nella stanza?
Con quanta prudenza vivi ogni giorno? La prudenza è importante, ma non si parte con il freno a mano tirato. Alza il volume.
Bisogna sapersi regolare con le quantità – troppa vita confonde, troppo poca ammorba- concetto relativo come il “salare quanto basta”. A volte tutto è così veloce che per tenere il ritmo mi lascio scivolare negli eventi senza nemmeno cercare di capire- un'altra sigaretta, un altro caffè, mi sento ancora inadeguato. E poi arrivi spossato a fare il bilancio della giornata. Quante ore sono stato fuori casa? Quanto ho speso oggi? Ti accorgi che il tabacco scarseggia. Ma che giorno è? Quanti caffè ho bevuto?
E allora scrivo.
- A che pensi?-. Lucia è ancora accanto a me in tutta la sua lentigginosa magrezza, i triangoli del costume tirati sul seno praticamente piatto. Non riesco a trovare una risposta migliore di un semplice “niente”.
- Ne hai riempiti altri, di diari?-.
- Be', sì, ormai sono almeno due o tre anni che ho quest'abitudine....-.
- Ma come ti è venuto in mente? Cioè, io lo facevo quando andavo al liceo, ma adesso non avrei la costanza di scrivere tutti i giorni-.
- Ma io lo faccio solo quando ne ho voglia, solo quando ho qualcosa di valido da scrivere-.
Sì,perché ci sono anche quelle giornate tediosamente grigie, uno sbadiglio da mattina a sera, da cui non riesci a cavare un solo momento di poesia e ti auguri sinceramente che non te ne capitino mai più di simili. Invece si può star sicuri che ce ne saranno altre.
- Anch'io comunque conservo scontrini o biglietti del cinema....per ricordo. Mi dispiace proprio buttarli se mi sono divertita-. Si gratta il naso; all'anulare porta un anellino di rame. - Li tengo in un cassetto. Quando mi capita di guardarci, ripenso “ah, come sono stata bene quella sera!”. Già....hai ragione, ricordare è importante-.
- Non è sempre piacevole, però. Mi è capitato un paio di volte di rileggere cose che non avrei mai voluto che accadessero, e invece me le ritrovavo vive e nitide stampate sulla carta.... ho strappato le pagine, giuro-. E ho avuto la ( falsissima) illusione di avere cancellato il passato.
Lucia rimane zitta per circa un minuto; si mordicchia l'unghia del pollice fissandosi i piedi. Poi si alza, prende la borsa e mi dice  – Io vado a prendermi un gelato. Tu lo vuoi?-.
Scuoto la testa – No, ti ringrazio-.
Lei mi sorride. - Ti lascio scrivere allora... a dopo!-. E si allontana sulle sue lunghe gambe da cigno

martedì 26 marzo 2013

LA LINEA D'OMBRA

" Già, si va avanti. E anche il tempo va avanti, finché si scorge innanzi a noi una linea d'ombra che ci avverte che la regione della prima gioventù, anch'essa, la dobbiamo lasciare addietro. Questo è il periodo della vita in cui possono venire i momenti di cui ho parlato....Quali momenti? Di noia, ecco; di stanchezza, d'insoddisfazione. Momenti sconsiderati. Momenti, intendo, in cui chi è ancora giovane è disposto a commettere azioni sconsiderate, quali maritarsi d'improvviso oppure gettar via l'impiego senza ragione."

Joseph Conrad

domenica 3 marzo 2013

IL MONDO SOMMERSO

"Quale malattia ha una prognosi più certa e ineluttabile della vita stessa? Ogni mattina una persona dovrebbe dire ai suoi amici più cari : "Mi rammarico per la tua morte irrevocabile", come si dice a chiunque soffra di un male incurabile; non era forse proprio l'omissione universale di questo minimo gesto di simpatia e di comprensione a fornire il modello per l'innata riluttanza a discutere apertamente dei propri sogni?"

J.G. Ballard