sabato 24 novembre 2012

CANTILENA DI NATALE

Guardiamoci intorno; sono gli inizi di novembre e già spuntano abeti e renne per le strade. Bella storia, il Natale. La manovra commerciale più redditizia dell'anno. Sono cinico, dite? Forse. Ma mi sembra molto difficile credere che i produttori di panettoni badino a mettersi così per l'avanti solo per la salvezza delle nostre anime. Basta leggere gli ingredienti sul retro della confezione: farina, burro, zucchero, uova fresche, uva sultanina, lievito di pasta madre, scorze di agrumi candite, sale , sciroppo di zucchero invertito,sciroppi di glucosio o di glucosio-fruttosio, mono e digliceridi degli acidi grassi, acido sorbico .
L'ultima vigilia di Natale mi sono chiuso in casa a tapparelle abbassate e ho guardato Dracula di Bram Stoker, Miriam si sveglia a mezzanotte e Nosferatu il principe della notte di fila.
Non so, un tempo mi piaceva canticchiare Jingle Bells e fare biscotti da regalare, e decorare l'albero con bastoncini di zucchero. Poi però la vita ti insegna a disilluderti e diffidaree smetti di credere a chi ti dice “dai, risentiamoci per vederci una di queste sere”. Quelli non scombineranno mai le geometrie perfette del loro planning per te. Ma ti telefoneranno se ti succede una disgrazia, di questo si può stare certi. Se poi di mezzo ci sono donne o soldi, aspettati di tutto, specie se ti viene detto che è una “questione di principio”. Il principio è un paravento dietro cui si nasconde la brama di moneta sonante, un concetto di comodo. Per questo non credo nel buonismo candito, me ne vado in giro con lo sguardo torvo e grugnisco vedendo che il mondo comincia già a ricoprirsi di glassa natalizia. Quando ero un ragazzetto, mi faceva compassione vedere che c'era gente che doveva lavorare anche il 25 Dicembre; primi fra tutti gli autisti di autobus. Osservavo la desolazione delle vetture vuote mentre andavamo a pranzo dalla nonna, e pensavo al povero conducente che doveva trottare tutto il giorno per la tratta urbana praticamente a vuoto. Forse saliva qualche vecchietta o il solito povero diavolo avvinazzato.
Mi stupiva poi il fatto che, nonostante fosse Natale, andasse in onda il Tg : a chi potevano interessare gli affari di politica estera e interna, quel giorno, intontiti come si era dal sugo grasso delle lasagne? A ben pensarci inoltre, anche il mezzobusto con la cravatta e la scriminatura da una parte stava lavorando in un giorno festivo. E anche i cassieri del cinema; c'era un'intera schiera di invisibili che pedalava nell'ombra mentre la maggioranza se ne stava in panciolle.
Adesso anch'io lavoro per Natale: è il regalo migliore che possa farmi. I miei sono anziani, mezzi sordi e spesso in preda a raptus di demenza senile; a volte mi scambiano per il fratello che non ho. Per le feste comandate mi rendo disponibile l'intera giornata; faccio il barista e, mentre monto il latte per il cappuccino, osservo l'umanità al di là del bancone. Sorprendente come i nostri stomaci non siano mai sazi: ho rilevato questa sorta di bulimia sociale per cui, non importa quanto agnello sua suocera gli abbia preparato, l'Uomo Medio alle diciotto ordina un crodino e si abbuffa di noccioline e pizzette. Dio benedica l'happy hour.
Ma per me è sicuramente più edificante rimpinguare il mio conto in banca servendo tè a signori in tweed e sbirciare nei Natali altrui piuttosto che abbrutire su qualche divano di fronte ad un teleschermo che trasmette in loop film con renne parlanti, babbi natali in pericolo e bimbi americani pedanti. Sarebbe talmente deprimente che finirebbe senz'altro a taralli e vino. Pochi taralli e molto vino. Nel giorno in cui nasce Gesù Bambino meglio essere zelanti lavoratori che ubriachi molesti, giusto?

1 commento:

  1. Cara Carlotta scrivi molto bene!
    A proposito lavoro anch'io a Natale ed il 1° dell'anno (!)
    Ho fortuna a lavorare con persone (bambini e giovani) che mi ricordano quotidianamente quanto sia importante affermare ciò che realmente abbiamo nel cuore di fare. ciao Carlo Botti

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