Guardiamoci intorno; sono gli inizi di
novembre e già spuntano abeti e renne per le strade. Bella storia,
il Natale. La manovra commerciale più redditizia dell'anno. Sono
cinico, dite? Forse. Ma mi sembra molto difficile credere che i
produttori di panettoni badino a mettersi così per l'avanti solo per
la salvezza delle nostre anime. Basta leggere gli ingredienti sul
retro della confezione: farina, burro, zucchero, uova fresche, uva
sultanina, lievito di pasta madre, scorze di agrumi candite, sale ,
sciroppo di zucchero invertito,sciroppi di glucosio o di
glucosio-fruttosio, mono e digliceridi degli acidi grassi, acido
sorbico .
L'ultima vigilia di Natale mi sono
chiuso in casa a tapparelle abbassate e ho guardato Dracula di
Bram Stoker, Miriam si sveglia a mezzanotte e
Nosferatu il principe della notte di
fila.
Non so, un tempo mi
piaceva canticchiare Jingle Bells e fare biscotti da regalare, e
decorare l'albero con bastoncini di zucchero. Poi però la vita ti
insegna a disilluderti e diffidaree smetti di credere a chi ti dice
“dai, risentiamoci per vederci una di queste sere”. Quelli non
scombineranno mai le geometrie perfette del loro planning per te. Ma
ti telefoneranno se ti succede una disgrazia, di questo si può stare
certi. Se poi di mezzo ci sono donne o soldi, aspettati di tutto,
specie se ti viene detto che è una “questione di principio”. Il
principio è un paravento dietro cui si nasconde la brama di moneta
sonante, un concetto di comodo. Per questo non credo nel buonismo
candito, me ne vado in giro con lo sguardo torvo e grugnisco vedendo
che il mondo comincia già a ricoprirsi di glassa natalizia. Quando
ero un ragazzetto, mi faceva compassione vedere che c'era gente che
doveva lavorare anche il 25 Dicembre; primi fra tutti gli autisti di
autobus. Osservavo la desolazione delle vetture vuote mentre andavamo
a pranzo dalla nonna, e pensavo al povero conducente che doveva
trottare tutto il giorno per la tratta urbana praticamente a vuoto.
Forse saliva qualche vecchietta o il solito povero diavolo
avvinazzato.
Mi stupiva poi il
fatto che, nonostante fosse Natale, andasse in onda il Tg : a chi
potevano interessare gli affari di politica estera e interna, quel
giorno, intontiti come si era dal sugo grasso delle lasagne? A ben
pensarci inoltre, anche il mezzobusto con la cravatta e la
scriminatura da una parte stava lavorando in un giorno festivo. E
anche i cassieri del cinema; c'era un'intera schiera di invisibili
che pedalava nell'ombra mentre la maggioranza se ne stava in
panciolle.
Adesso anch'io
lavoro per Natale: è il regalo migliore che possa farmi. I miei sono
anziani, mezzi sordi e spesso in preda a raptus di demenza senile; a
volte mi scambiano per il fratello che non ho. Per le feste comandate
mi rendo disponibile l'intera giornata; faccio il barista e, mentre
monto il latte per il cappuccino, osservo l'umanità al di là del
bancone. Sorprendente come i nostri stomaci non siano mai sazi: ho
rilevato questa sorta di bulimia sociale per cui, non importa quanto
agnello sua suocera gli abbia preparato, l'Uomo Medio alle diciotto
ordina un crodino e si abbuffa di noccioline e pizzette. Dio benedica
l'happy hour.
Ma per me è
sicuramente più edificante rimpinguare il mio conto in banca
servendo tè a signori in tweed e sbirciare nei Natali altrui
piuttosto che abbrutire su qualche divano di fronte ad un teleschermo
che trasmette in loop film con renne parlanti, babbi natali in
pericolo e bimbi americani pedanti. Sarebbe talmente deprimente che
finirebbe senz'altro a taralli e vino. Pochi taralli e molto vino.
Nel giorno in cui nasce Gesù Bambino meglio essere zelanti
lavoratori che ubriachi molesti, giusto?
Cara Carlotta scrivi molto bene!
RispondiEliminaA proposito lavoro anch'io a Natale ed il 1° dell'anno (!)
Ho fortuna a lavorare con persone (bambini e giovani) che mi ricordano quotidianamente quanto sia importante affermare ciò che realmente abbiamo nel cuore di fare. ciao Carlo Botti